Chi sono i dipendenti affettivi - Dott.ssa Carolina Fallai

Chi sono i dipendenti affettivi

Possibili origini del fenomeno

Robin Norwood (1985) ha individuato il fenomeno del troppo amore dopo anni che lavorava con gli alcolisti e i drogati e dopo essersi a lungo occupata dell’assistenza psicologica ai loro familiari e alle loro compagne.

Nelle storie delle donne che sceglievano di stare accanto a partner tossicodipendenti o alcolisti aveva riscontrato la provenienza da famiglie d’origine disturbate, famiglie in cui avevano subito molte sofferenze o veri e propri traumi.

Dall’analisi delle dinamiche di coppia risultava chiaro che entrambe i membri erano molto sofferenti e avevano bisogno di aiuto psicologico; non a caso le donne degli alcolisti e dei tossici vengono anche chiamate co-alcoliste o co-dipendenti.

Nel passato di queste donne la Norwood ritrovò la presenza di abbandoni, abusi oppure la presenza di familiari a loro volta tossicodipendenti o alcolisti, violenti, depressi o affetti da altre patologie psichiche. Spesso erano presenti forti tensioni tra i genitori, litigi, scoppi di violenza. Quando i familiari litigano tra loro o sono occupati da problemi più gravi, in famiglia c’è poco tempo per badare alla figlia e quest’ultima, avendo ricevuto ben poco autentico affetto, cresce trascurata e affamata d’amore.

La caratteristica costante delle famiglie disturbate è che in questi contesti i bisogni emotivi delle bambine non venivano riconosciuti: i loro genitori tendevano continuamente a trascurare e ignorare il loro bisogno di affetto e amore, le loro emozioni e i loro sentimenti.

Se i genitori hanno lasciato insoddisfatti i bisogni infantili costringendo la bambina ad adattarsi e a limitare i propri bisogni, questo la porta a pensieri del tipo: “i miei bisogni non hanno importanza” o “non sono degna di essere amata”.

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Essendo stata abituata fin da bambina alla mancanza di amore nei rapporti personali, da adulta la donna che ama troppo tende a non aspettarselo dalle relazioni con gli uomini e tendenzialmente crede di non meritarselo. Così è disposta a sacrificarsi, ad assere arrendevole e paziente all’infinito.

Avendo ricevuto ben poco autentico affetto, la donna cerca di saziare questo bisogno irrisolto per interposta persona, cioè offrendo aiuto o sostegno a chi sembra averne più bisogno di lei.

Le donne che amano troppo scelgono non a caso uomini bisognosi che hanno problemi psicologici con i quali tendono a mettere in atto comportamenti da crocerossine. In questo modo, dimenticandosi di sè stesse e prendendosi cura dell’altro cercano in realtà inconsciamente la risoluzione dei propri problemi.

In queste donne la Norwood riscontrò un grande bisogno di sentirsi speciali e superiori e un bisogno inconscio di replicare le loro sofferenze infantili accompagnandosi con partner che le maltrattavano o che abusavano di loro proprio come erano state abusate e maltrattate dai loro padri quando erano bambine.

Ecco perchè la donna che ama troppo è attratta da personaggi poco raccomandabili, da uomini problematici, e va alla ricerca di storie caotiche, turbolente, impossibili mentre se incontra un ragazzo “normale” e affidabile che si interessa a lei lo trova noioso e troppo per bene e non riesce a costruire una storia con lui.

Certi uomini tormentati e sfuggenti esercitano su queste donne un fascino irresistibile perchè richiama alla loro memoria qualcosa di familiare, come quel babbo tanto assente che hanno tanto desiderato da bambine e quell’amore e quelle attenzioni da parte sua che invano hanno tanto sperato di ottenere. Così come nell’infanzia hanno tentato di cambiare il genitore e farlo diventare una persona calda e affettuosa nei loro confronti, oggi si battono per conquistare l’amore impossibile di un uomo e per cercare di cambiarlo.

Paradossalmente, queste donne, nell’espletare il loro ruolo salvifico e il loro compito sacrificale si sentono forti, importanti, preziose e si sentono al sicuro rispetto alla possibilità di perdere il partner: esse sono convinte che rendendosi indispensabili per il loro uomo quest’ultimo non potrà lasciarle.

Commenti

  1. Cecilia

    02/16/2017 at 10:50 pm

    E’ proprio vero, questo è successo a mia sorella, ora morta, che da piccola ha sofferto per mancanza d’amore finendo poi da grande ad avere una relazione con un tossico dipendente. È stata una storia travagliata, che indirettamente l’ha portata alla morte.

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