“Possiedi te stesso” - Dott.ssa Carolina Fallai

“Possiedi te stesso”

La consapevolezza della nostra molteplicità e dei nostri conflitti non ci deve nè sorprendere nè spaventare perchè è comune a tutti, e bisogna anche ammettere che se da un lato avere molti aspetti ci può creare confusione, dall’altro è anche una fonte di ricchezza e di profondità maggiore. Le persone troppo equilibrate spesso lo sono per povertà interiore, sono aride, chiuse in sé stesse, poco permeabili alla vita e al cambiamento.

Certo, il nostro compito non è quello di lasciare le cose come stanno ma bensì è quello di imparare a riconoscere le nostre subpersonalità per imparare a coordinarle e a dominarle.

Il primo passo per imparare a gestire e controllare le nostre parti interne è imparare a mettersi nella posizione di osservatore di noi stessi, per poter guardare i vari aspetti della personalità che si esprimono nella vita di tutti i giorni e ottenere un certo distacco da questi.

Vi è infatti in noi un luogo interiore, un centro, equidistante e non coinvolto rispetto alle molteplici componenti periferiche della personalità, dal quale è possibile osservarci, prendendo le distanze da tutti i contenuti transitori e mutevoli della nostra coscienza. Questo processo è un principio fondamentale della Psicosintesi ed è chiamato disidentificazione.

Innanzitutto si deve imparare a fare una distinzione tra l’Io, che è il nostro centro di coscienza e consapevolezza, stabile e coerente, e i vari contenuti della coscienza come i pensieri, le sensazioni, le emozioni, le immagini, i desideri, le subpersonalità che si avvicendano nel nostro mondo interiore.

Normalmente le persone non sono consapevoli di questa differenza: nella vita quotidiana si fanno trascinare dalle emozioni che provano di momento in momento, finendo per essere un po’ in balia degli eventi e credendo di non essere altro che quello che appare nella loro coscienza; nella vita di tutti i giorni il centro della personalità può essere dominato a seconda dei momenti da una forte emozione, da un ruolo sociale o professionale, da un bisogno immediato, una preoccupazione impellente e così via.

Il processo dell’identificazione ci porta a scambiare la parte con il tutto, a identificarci con un aspetto parziale di noi e a non vedere tutto il resto.

Quindi è importante comprendere che una cosa è la consapevolezza, e un’altra sono le varie parti di noi. Realizzando che queste sono soltanto delle parti ma che noi non siamo solo quelle parti, possiamo prenderne le distanze. L’analisi razionale e la critica tendono a freddare e mitigare moltissimo le emozioni e il fatto di imparare a riconoscere le forze che ci dominano ha spesso un effetto di guarigione che porta a distruggere il potere che esse hanno su di noi.

Un principio fondamentale della Psicosintesi afferma infatti:

Noi siamo dominati da tutto ciò con cui l’Io s’identifica. Noi possiamo dominare, dirigere e utilizzare tutto quello da cui ci disidentifichiamo”.

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