Bulimia nervosa - Dott.ssa Carolina Fallai

Bulimia nervosa

Too fat?

La Bulimia Nervosa per molto tempo è stata considerata una variante dell’anoressia nervosa o una particolare forma di obesità e solo nel 1980 ha ricevuto una sua specifica entità nosografica nella classificazione dei disturbi mentali.

Fu descritta per la prima volta in un articolo pubblicato su “Psychological Medicine” dallo psichiatra Russel che individuò la Bulimia Nervosa come l’evoluzione di una precedente forma di Anoressia Nervosa.

La caratteristica principale del disturbo è la presenza di impulsi incontrollabili a mangiare senza controllo, definiti crisi bulimiche, seguiti da sensi di colpa e tentativi di evitare di prendere peso chiamati condotte di eliminazione (vomito autoindotto, digiuno, intensa attività fisica o utilizzo di lassativi e/o diuretici).

Spesso l’esordio della Bulimia si verifica in seguito ad una dieta ipocalorica o in seguito ad un precedente periodo di Anoressia Nervosa. Talvolta si innesca dopo un trauma o un evento stressante. All’inizio le crisi bulimiche possono essere saltuarie o occasionali ma col passare del tempo diventano una compulsione a cui è difficile sottrarsi.

 

Come nell’Anoressia Nervosa, la caratteristica principale della Bulimia Nervosa è l’insoddisfazione nei confronti del proprio corpo e del proprio aspetto fisico. L’autostima è fortemente legata al corpo e ogni modificazione fisica può essere vissuta come una frustrazione e come una perdita di controllo sul proprio corpo.

Vengono distinte due forme di Bulimia:

Bulimia con condotte di eliminazione:  il controllo del peso viene ottenuto mediante il vomito autoindotto e l’abuso di lassativi e/o diuretici;

Bulimia senza condotte di eliminazione: il controllo del peso si ottiene solo con il digiuno e l’attività fisica.

Le persone con Bulimia Nervosa hanno di solito un peso normale, anche se in qualche caso possono essere in sovrappeso. Spesso chi soffre di Bulimia al di fuori delle abbuffate cerca di seguire un regime alimentare ipocalorico, e alterna fasi di dieta e di crisi bulimiche che si ripetono. Dato che le abbuffate sono precedute e seguite da restrizioni alimentari,  la dieta è fortemente implicata nello sviluppo delle abbuffate. Non a caso lo stare a dieta è considerato un fattore di rischio per lo sviluppo delle abbuffate e spesso l’esordio della malattia segue un periodo di restrizioni alimentari prolungate finalizzate a perdere peso.

Un gran numero di pazienti riferisce di aver sofferto di obesità infantile o di provenire da una famiglia con problemi di sovrappeso e di aver sofferto molto nell’età adolescenziale per il proprio aspetto e per i commenti negativi ricevuti riguardo al loro peso corporeo.

In certi casi le crisi bulimiche sono causate non tanto dal tentativo di stare a dieta ma dall’incapacità di gestire stati d’animo, sensazioni ed emozioni spiacevoli come la solitudine, la noia, la rabbia e la tensione.

In alcuni casi le persone riferiscono di provare un temporaneo sollievo e senso di piacere nel momento dell’abbuffata ma di solito questi effetti positivi sono sostituiti da una profonda angoscia per la possibilità di ingrassare e perché non si è riusciti a controllarsi. I metodi di compensazione, soprattutto il vomito, possono dare la temporanea sensazione di alleviare l’ansia ma dopo può comparire un senso di vuoto che a sua volta può innescare una nuova abbuffata.

Un sentimento quasi sempre presente è quello della vergogna e della colpa. Ecco perchè la malattia viene vissuta in solitudine e nascosta ai familiari e agli amici il più a lungo possibile. In molti casi la richiesta di aiuto viene fatta dopo molti anni che il disturbo è cominciato.

La Bulimia Nervosa stravolge il comportamento alimentare, lo stile di vita e il modo di pensare della persona, e tutti gli aspetti importanti della sua vita vengono danneggiati. Può portare a rinunciare alle situazioni sociali che comportano il mangiare con gli altri, all’isolamento e a sviluppare difficoltà di relazione con gli altri a causa degli alti e bassi dell’umore, dell’ansia e dell’irritabilità.

Caratteristiche psicologiche

La Bulimia Nervosa spesso è associata ad altri disturbi psichici come la depressione, l’abuso di sostanze, i disturbi d’ansia e i disturbi di personalità. Le persone affette da Bulimia Nervosa hanno una notevole difficoltà nel controllo e nella gestione degli impulsi e possono avere comportamenti impulsivi come procurarsi dei piccoli tagli o delle bruciature sulla pelle, adottare un comportamento sessuale promiscuo, far uso di alcool o di droghe, mettersi in situazioni pericolose.

La stima di sé molto bassa è uno degli aspetti fondamentali alla base di tutti i Disturbi del Comportamento Alimentare e in particolare della bulimia; spesso le crisi bulimiche comportano un’ulteriore perdita di autostima in quanto l’abbuffata rappresenta la perdita di controllo sulla dieta. Il fatto di non essere riuscite a mantenere un rigido schema alimentare e anzi di averlo stravolto con le crisi bulimiche fa sentire le pazienti bulimiche indegne, in colpa e senza alcun valore. Ne possono derivare depressione, delusione e angoscia.

Una caratteristica psicologica presente nelle pazienti bulimiche (così come alle anoressiche) è il perfezionismo che spesso si esprime nell’imporsi degli standard molto elevati sia nella vita quotidiana sia per quanto riguarda gli obiettivi relativi alla forma fisica. Tutto quello che si discosta dalla perfezione è considerato un fallimento e può indebolire il senso di sè.

Le pazienti bulimiche spesso presentano un tipo di pensiero chiamato dicotomico, che si esprime con la tendenza a vedere le cose in bianco o in nero e a dividerle nettamente in buone o cattive. Spesso la crisi bulimica è innescata dal pensiero tutto o nulla in quanto la ragazza, sentendo di aver oramai trasgredito la dieta anche dopo aver mangiato piccole quantità di cibo, si lascia completamente andare guidata dal pensiero “tanto ormai ho rovinato tutto” e perde il controllo.

Decorso e prognosi

La Bulimia Nervosa se non trattata tende a cronicizzarsi nel 20 per cento dei casi, mentre nel restante 80 per cento assume un andamento a fasi alterne, con momenti di riacutizzazione e remissione. Dopo la scomparsa delle crisi bulimiche restano nelle pazienti comunque le caratteristiche psicologiche nucleari del disturbo come fissazione sull’aspetto fisico e attenzione all’alimentazione. La prognosi è migliore se la durata della malattia è breve e se non sono presenti in associazione altri disturbi psichici.

Commenti

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *